giovedì 6 maggio 2010

Mosso e contromosso

Come si fa a dare l'idea del movimento ad un'immagine, che di per sé è statica?
Un tecnica è quella del cosiddetto "mosso". Le istruzioni sono semplici, ottenere risultati decenti un po' meno, occorre molto esercizio perché non è facile immaginare ciò che sarà riprodotto sull'elemento fotosensibile mentre un oggetto è in movimento. Occorre una macchina che possa operare in manuale, consiglio di usare il diaframma piuttosto chiuso, in modo da non avere molta definizione spaziale e buona profondità di campo. Qui sotto ho operato con poca luce e tempi di scatto di qualche secondo. Per la tecnica del mosso la macchina deve stare ferma in modo che solo ciò che si muove risulti mosso, quindi l'utilizzo di un cavalletto diventa d'obbligo.

A teatro.

Un'altro modo di rendere l'idea del movimento è chiamato "contromosso", in sostanza si differenzia dal mosso perché a muoversi non è il soggetto, ma la macchina fotografica. Come prima aprite l'otturatore e lasciate che catturi la luce per qualche secondo mentre muovete la macchina. Anche qui occorre una certa dose di esercizio, perché immaginare il risultato nel momento cui azioniamo l'otturatore e non è immediato. Inoltre è importante che la luce non sia moltissima per evitare di saturare la foto, ad esempio se si lavora di notte è possibile lavorare anche con tempi lunghissimi.
Ecco due esempi di contromosso da viaggio:


Le vele di Calatrava a Reggio Emilia.

Viaggiando in autostrada.

Buoni tempi lunghi!

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