mercoledì 24 ottobre 2012

Discorso sul metodo

Possiamo dubitare di tutto, ma, facendo ciò, una cosa resta indubitabile: il fatto di dubitare e, dunque, di pensare. Cogito, ergo sum. Penso, dunque sono. Ma se desumo il fatto di esistere dal pensiero, vorrà dire che esisto come "cosa pensante" (res cogitans).

Avevo notato da tempo, come ho già detto, che in fatto di costumi è necessario qualche volta seguire opinioni che si sanno assai incerte, proprio come se fossero indubitabili; ma dal momento che ora desideravo occuparmi soltanto della ricerca della verità, pensai che dovevo fare proprio il contrario e rigettare come assolutamente falso tutto ciò in cui potevo immaginare il minimo dubbio, e questo per vedere se non sarebbe rimasto, dopo, qualcosa tra le mie convinzioni che fosse interamente indubitabile.
Così, poiché i nostri sensi a volte ci ingannano, volli supporre che non ci fosse cosa quale essi ce la fanno immaginare.
E dal momento che ci sono uomini che sbagliano ragionando, anche quando considerano gli oggetti più semplici della geometria, e cadono in paralogismi, rifiutai come false, pensando di essere al pari di chiunque altro esposto all'errore, tutte le ragioni che un tempo avevo preso per dimostrazioni.
Infine, considerando che tutti gli stessi pensieri che abbiamo da svegli possono venirci anche quando dormiamo senza che ce ne sia uno solo, allora, che sia vero, presi la decisione di fingere che tutte le cose che da sempre si erano introdotte nel mio animo non fossero più vere delle illusioni dei miei sogni.
Ma subito dopo mi accorsi che mentre volevo pensare, così, che tutto è falso, bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità: penso, dunque sono, era così ferma e sicura, che tutte le supposizioni più stravaganti degli scettici non avrebbero potuto smuoverla, giudicai che potevo accoglierla senza timore come il primo principio della filosofia che cercavo.
Poi, esaminando esattamente quel che ero, e vedendo che potevo fingere di non avere nessun corpo, e che non ci fosse mondo né luogo alcuno in cui mi trovassi, ma che non potevo fingere, perciò, di non esserci; e che al contrario, dal fatto stesso che pensavo di dubitare della verità delle altre cose, seguiva con assoluta evidenza e certezza che esistevo; mentre, appena avessi cessato di pensare, ancorché fosse stato vero tutto il resto di quel che avevo da sempre immaginato, non avrei avuto alcuna ragione di credere ch'io esistessi: da tutto ciò conobbi che ero una sostanza la cui essenza o natura sta solo nel pensare e che per esistere non ha bisogno di alcun luogo né dipende da qualcosa di materiale.
Di modo che questo io, e cioè la mente per cui sono quel che sono, è interamente distinta dal corpo, del quale è anche più facile a conoscersi; e non cesserebbe di essere tutto quello che è anche se il corpo non esistesse.

Discorso sul metodo - IV - René Descartes

lunedì 30 aprile 2012

Mostre fotografiche


PerTuttiTime esporrà con una mostra correlata del circuito di Fotografia Europea di Reggio Emilia al Museo Diocesano di Reggio Emilia. Partecipa anche tu numeroso...










PerTuttiTime @ Museo Diocesano
mostra a cura di Daniele Zanoni
promossa da Parrocchia Corpus Domini Parma

"Il progetto PerTuttiTime nasce nel 2010 per dare una risposta alla necessità di integrazione di alcuni disabili della parrocchia e non.
Luisa, la promotrice del progetto, opera da anni come volontaria in una ONLUS che si occupa dell’avviamento al lavoro di giovani disabili.
Il gruppo oggi conta otto componenti.
Dall’incontro fra il dott. Daniele Zanoni e questi ragazzi è nata l’idea di un corso/stage di fotografia. Zanoni ha lunga esperienza nell’insegnamento di metodi didattici speciali per soggetti con disturbi di apprendimento ed è un apprezzato fotografo. Queste caratteristiche gli hanno permesso di insegnare ai partecipanti l’uso della fotocamera come mezzo espressivo che permette di cogliere una visione soggettiva e particolare del mondo. Le foto che compongono il portfolio sono state selezionate fra centinaia di scatti dove più che alla perfezione tecnica, sono state usate macchine tascabili, viene dato risalto al modo di vedere la realtà e alla spontaneità delle riprese."



giovedì 8 dicembre 2011

Il Grande Fiume

Oggi vorrei parlare di un luogo che merita un giro, un posto magnifico, incredibile e maestoso... Le rive del Po, il particolare queste fotografie sono state scattate nei giorni scorsi tra Guastalla e Gualtieri

Maestoso fiume, è bello contemplare sulle tue rive

e osservare i pescatori
.

Hai la potenza dello scorrere del sangue della terra e quando ti gonfi 

a noi, che guardiamo attoniti e senza comprenderti, non rimane che ammirare la tua grandiosità.


Chi invece ti comprende vive di te... come il tuo Re...

Grande Po!




venerdì 9 settembre 2011

Theremin: ehi mamma, senza mani!

Questo è un articolo un po' differente da quanto scrivo di solito su queste pagine, di certo non parla nè di fotografia nè tantomeno di immagine ma davanti ad un invenzione del genere(ignoranza mia nell'averla scoperta solo ora) non potevo esimermi dallo scriverci sopra almeno qualche riga. Tutto è iniziato un paio di sere fa quando, a casa di amici, mi è stato mostrato un video che a primo avviso mi è sembrato a dir poco incredibile: il filmato mostrava uno strumento musicale(ovviamente di fabbricazione russa) decisamente affascinante e questa è la sua storia.

È il 1919, in Russia furoreggia la guerra civile ed i capi di stato di tutto il mondo cercano sempre più scienziati per armare le proprie truppe ed i propri servizi con armi “decisive”; gli studi condotti da Tesla sui campi elettromagnetici spingono sempre di più nazioni a prendere coscienza dell’esistenza di forze spesso confuse con il paranormale e su questo scenario, quella che di lì a tre anni sarebbe diventata l’Unione Sovietica, decide di fondare la Šaraška.
La Šaraška è un ufficio pubblico per la gestione di laboratori di ricerca segreti, qui scienziati di ogni tipologia vengono messi all’opera in discipline ad un passo dalla fantascienza, ed in uno di questi viene messo all’opera Lev Sergeevič Termen.

Il suo appoggio alla ricerca bellica si dimostrò fin da subito utile per non dire addirittura fondamentale, è grazie a lui che la Russia riuscì a tenere sotto scacco l'America per i decenni successivi e tutt’oggi sarebbe difficile immaginare un qualunque servizio segreto sprovvisto delle sue incredibili invenzioni in ambito di comunicazione. Nei soli primi tre anni di permanenza nei laboratori della Šaraška riuscì a concepire il sistema di captazione Buran, un microfono direzionale basato sui raggi infrarossi(peraltro utilizzato tutt’oggi per le intercettazioni ambientali) e capace di trasformare gli impercettibili movimenti dei vetri delle finestre in suono.

 

Sempre nello stesso periodo, rimanendo sulla scia della vibrazione ambientale, riuscì a progettare e costruire “la cosa”, una cimice passiva capace di alimentarsi dalle onde elettromagnetiche che riceveva. In particolare quest'ultima sua invenzione venne vista agli occhi del mondo quasi come magia, una piccola trasmittente che pur senza pile riusciva a funzionare, soltanto il controspionaggio britannico(dopo anni di studio e solo grazie a Peter Wright) riuscì a capire il metodo fisico con cui questa potesse trasmettere.

Lev però non era ingegnoso solo in ambito elettronico, fin da piccolo era stato considerato un violoncellista di tutto rispetto e forse fu proprio questo a fargli notare, durante alcuni studi su sistemi valvolari, che avvicinandosi ed allontanandosi da un antenna veniva prodotto un suono modulabile dal suo stesso movimento. In quello che molti considerarono un difetto di trasmissione da correggere quanto prima, lui vide il primo strumento musicale elettronico e così di lì a pochi mesi nacque l’Eterofono.
In pochi giorni si generò talmente tanto interesse intorno al nuovo strumento che la gente correva per accaparrarsi i posti in teatro, il vedere un musicista che suonava col semplice movimento delle mani generò un’aura di magia intorno al suo nome e di lì a poco vennero organizzati concerti in tutto il mondo.

Fu nel ’28 che dopo una riunione a New York con diversi magnati, tra cui Henry Ford, che prese il nome di Theremin(il nuovo cognome statunitense di Lev) e venne aperto alla grande distribuzione. Utilizzato tutt’oggi come generatore di suoni per effetti speciali(tra i tanti quelli di Star Trek) oltre che in ambito musicale(anche da parte del Baustelle) il Theremin è uno strumento tanto incredibile quanto complicato a causa della sua non linearità di scala, composto da due antenne, una orizzontale per il controllo dell’intensità ed una verticale che ne modifica la frequenza, è capace di passare da suoni di violino fino a frequenze simili alla voce umana.

Che dire di più...
...se ne trovate uno fatelo vostro!

martedì 30 agosto 2011

Laura Cadelo

Oggi ho il piacere di presentarvi una brace ardente di Reggio Emilia, una vera perla rara, risponde la nome di Laura Cadelo.
Il suo  Atelier è in Via dei due Gobbi 3 in centro a Reggio Emilia, se vi capita passateci!

Reggio Emilia è una città strana, ad un primo sguardo pare addormentata, sonnolenta, difficile da svegliare. Invece la brace cova sotto la cenere, basta un piccolo bastoncino per muoverla appena o una folata di vento impenitente e saltano fuori fuochi meravigliosi...
Ora questa artista meravigliosa si è fermata qui a Reggio Emilia e fa l'orefice e le scultrice.
Laura nel suo Atelier mentre le sue sapienti mani sono intente nel dar vita al metallo

Laura ed io ci siamo conosciuti tempo fa, mi aveva fatto alcune lezioni estemporanee di teatro, ciò che tentava di trasmetterci era gestione del corpo in scena.
Siamo diventati amici, è davvero una persona splendida!
Molto cordiale, estremamente umile, e di gradevolissima compagnia.

               
Collana: Venere fra i Flutti          Orecchini: Oltre il Giardino                      Altorilievo: Funziona d'Onda      

                                
Artista poliedrica: ballerina, performer, maestra eccellente, scultrice, orefice...
Mi fermo qui perché dovrei continuare per pagine, ma queste sono le arti che io ho potuto vedere di persona.
Io, davvero fortunato, ho avuto la possibilità di girare per il suo atelier con la macchina fotografica in mano...


                      
Collana: Tempo Presente             Orecchini: Altalena                          Altorilievo: la trota e la mosca