martedì 4 maggio 2010

prima della Lomo, la perspicace 4

È il 1932, Terragni sta per iniziare la sua Casa del Fascio a Como, Ghandi finisce in galera per il primo dei suoi scioperi della fame, i nazisti chiudono la Bauhaus, Heisenberg riceve il Nobel per la "sua" fisica quantistica e Leica presenta il suo modello II.
La Leica II, una tra le macchine che segnarono il passaggio tra le vecchie Leica e la concezione moderna di macchina fotografica: otturatore in tela orizzontale, tempi di scatto da un ventesimo ad un cinquecentesimo di secondo, sincro flash, innesto M39(che rimarrà un classico fino ai giorni nostri) ed un telemetro di precisione, accoppiato alle ottiche, direttamente derivato dai sistemi di puntamento dell'esercito tedesco - provi a guardarci dentro... ...vede l'immagine sdoppiata? ecco, ora spinga la levetta finchè non la vede intera! perfetto, il soggetto è ora a fuoco... -.
Nessuno di loro avrebbe pensato che, solo pochi anni più tardi, quello stesso progetto meccanico sarebbe passato nelle mani del nemico, la K.M.Z., Krasnogorskiy Zavod.

Fu così, durante i bombardamenti di Dresda, come per magia vennero ritrovate dall'Armata Rossa le industrie Zeiss Contax pressochè intatte, era il 1945. Quasi venticinquemila morti e svariate bombe non erano passati nemmeno vicini a quei magazzini, primo premio di quella che sarebbe stata, accoppiandola con le imprese F.E.D. di Leningrado, la rinascita economica dell'U.R.S.S. nel periodo post-bellico. Alla Russia a questo punto non rimaneva che riaccendere le macchine ed utilizzare i progetti di costruzione lasciati al loro destino dal nemico in fuga.

Fu così che nacque la perspicace 4, o se preferite la vecchia Zorki, insieme alle FED ed alle Leningrad una tra le macchine(oggi low-cost ma 16 rubli nel lontano '64) più belle che si possano trovare tutt'oggi sulle bancherelle dei mercatini.
Metallo fuso e scavato dal pieno al servizio dei 35mm, ottiche brillanti e scorrevoli dopo quasi mezzo secolo dalla loro fabbricazione, tendine in stoffa e meccaniche da orologio mantenute sotto carta oliata nei magazzini dell'ex unione sovietica.
Poter scattare con una di queste macchine è una specie di magia, un tipo di tatto che difficilmente ti togli dal naso, sentire la molla che la anima andare in pressione, semplicemente regolata dai tempi sotto le nostre dita, nulla a che vedere con le plasticose Lomo di vent'anni più tardi, insomma dei veri e propri gioielli del passato.

5 commenti:

  1. La cosa spettacolare è che è intatta. è un oggetto che ha ormai i suoi anni, ma funziona come se fosse uscito ora dalla fabbrica. Macchine così non ne fanno più ...

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  2. ottima ricerca, personale ma corretta, specie nelle date... Raro esempio di come si possa ancora apprezzare cose che possono passare completamente inosservate, su una bancarella...
    Sym57

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  3. Bell'articolo, chiaro, pieno di "anima", che fa apprezzare la sensualità dell'incontro con uno strumento ricco di storia.
    Così nella fotografia, tutti i sensi sono messi in gioco...
    Valeria Simoncini

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  4. Anche ad una persona incompetente come me arriva, attraverso questo articolo davvero molto interessante, il fascino di questo gioiello del passato e della fotografia: arte che richiede grande amore e soprattutto tempo, sempre ripagati però dal piacere e dalle emozioni che un'immagine riesce ad evocare, anche a distanza di molti anni.
    Teresita

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  5. Affascinante quanto difficle rendere vivi gli oggetti "d'antiquariato" che possono tramettere emozioni...

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