mercoledì 16 giugno 2010

Wildlife & Nature Photography

Wildlife Photography, o se preferite la fotografia faunistica, da sempre uno tra i generi più complessi ed attraenti su cui uomo si sia cimentato, questo non solo perchè prevede una forte padronanza della composizione ma anche la conoscenza diretta del soggetto fotografato e delle sue abitudini.
Ore ed ore immerso fino al collo nelle condizioni climatiche più avverse, caricato da qualunque animale abbia almeno due zampe(ed in questa lista riesco ad annoverare anche scoiattoli) per poi arrivare la sera a casa e rendersi conto che metà dell’attrezzatura è da buttare, e tre quarti delle foto non rendono come avremmo voluto.
E allora? Perché continuare a darsi cruccio? Per poter spiare i nostri cugini animali ed ammirare quell’unica foto che veramente è venuta bene, quella che ci ricorda che un tempo anche noi eravamo come loro, liberi, senza giacche e costrizioni, capaci di poter dire vaffan***ulo a chi ci faceva girare le palle anziché stringere i denti per il bene placido del buon vivere.
Per questo continuiamo ad alzarci presto la mattina e spingerci ad ore ed ore di camminate per boschi e foreste, e per questo non smetteremo mai di farlo.
A questo punto però vediamo di fare i bravi, come i miei colleghi scrittori, ed iniziare a dare qualche consiglio pratico, giusto per essere certi di non lasciare andare la propria macchina fotografica(e qualche schiera di santi) alla deriva nel primo fiume sul nostro percorso…

Attrezzatura, ovvero: cosa metto nello zaino
Non sto nemmeno a dirlo che questo è un genere di fotografia che non si pratica con la compatta, è però necessario precisare che non si pratica nemmeno con un 1200mm in piombo o ghisa, ricordatevi sempre che di collo ne avete uno, quindi scarpe comode, obbiettivi leggeri.
Diciamo che un 300mm od un 200mm con moltiplicatore di focale potrebbero essere la scelta più adatta se avete un buon corpo reflex, ricordatevi però se cadrete sul moltiplicatore lo spiacevole inconveniente della carenza di luce in camera.
Ancora meglio poi se potete permettervi una bridge(o Prosumer che dir si voglia) facendo però attenzione che sia buona e tenendola al riparo dal sole quando non è in uso.
Spesso i circuiti risentono del caldo e nell’ultimo viaggio fatto con la mia compagna ho potuto ammirare io stesso una macchina fotografica impazzita mangiare tutte le distanze mettendo a fuoco lo sfondo di ogni scena.
Alla scelta su dove appoggiare la nostra macchina vincerà senza dubbio un piccolo cavalletto tascabile, meglio se avete a disposizione uno di quelli che si annodano un po’ dappertutto, altri stativi non vi servirebbero a nulla rischiando solo di impacciarvi.
Flash? No grazie, lasciate perdere di rompere le scatole alla natura, abbiate semmai la pazienza di attendere due minuti o di percorrere qualche metro in più, alla base della fotografia naturalistica impera la conservazione, cerchiamo di applicare questo pensiero in ogni scatto che produrremo.
Zaino o borsa? Sicuramente zaino, da tenere rigorosamente su due spalle, se fate come me, partendo con solo il GPS e la cartografia in tasca, sarà necessario essere sicuri che sia impermeabile, aggiungendo anche un paio di sacchetti di plastica all’interno di qualche tasca, fidarsi è bene ma…
Infine per quanto riguarda filtri ed altri ammennicoli, ricordatevi che siamo nel mondo del digitale, fatto salvo un polarizzatore circolare ed un close-up(se il vostro obbiettivo non fosse macro) il resto lo lascerei a casa, vedrete che alla fine di quell’ultima pettata avrete ancora il fiato residuo per ringraziarmi.

Dove e quando
Iniziamo con il dire quando: purtroppo mai tardi, gli animali non vanno in discoteca e tantomeno a bere, preferiscono evitare le ore calde della giornata, tendono invece ad aggirarsi in cerca di cibo ed acqua all’alba ed al tramonto(non parlo di notte per ovvi motivi esposimetrici) questo ovunque si trovino, ciò vi costringerà ad alzate alle prime luci dell’alba se non prima, vi renderete però presto conto che l’arrivare sul campo all’alba massimizzerà il tempo a vostra disposizione oltre che il vostro sforzo, portare l’attrezzatura senza troppa calura non ha prezzo.
Per il dove invece la questione si fa più torbida, consiglio sicuramente una serie di uscite, una sola sarebbe fortuna, ottimo chiedere a chi già conosce la zona se ne avete modo, in boscaglia sicuramente saranno da osservare i corsi dei torrenti, o qualunque ambiente in cui gli animali vadano a rilassarsi anche se sconsiglio caldamente i mesi delle cucciolate, verrebbero ottimi scatti ma i rischi, in particolare con animali come i cinghiali, sarebbero altissimi.
Un ottimo posto dove fare pratica di composizione è sicuramente lo zoo, qui gli animali posano, e spesso e volentieri lo fanno consapevolmente in attesa di una lauta ricompensa sotto forma di cibo.
Attenti allo stomaco però, a parte che in rari casi quest’ultima scelta di porterà a vedere animali non al massimo delle condizioni, malattie, spazi angusti ed habitat non studiati a dovere si trovano spesso, anche in zoo rinomati e di fama internazionale, poche settimane fa ho avuto modo di assistere ad una gabbia di orsi in cui nessuno aveva pensato che sotto questo termine si raccolgono molte specie, spesso nemiche per natura tra di loro, con gli ovvi risultati che ci potremmo immaginare.

Ed ora? Come lo inquadro?
Spesso si sente dire(ed ancora di più si legge) che quello che fa di una foto un bello scatto è il punto di vista alternativo, nulla di più vero, perché dovrei pagare per qualcosa che vedo tutti i giorni? La normalità rischia spesso, se non ancorata a differenti chiavi di lettura, di sfociare in banalità, ricordiamoci però che in questo genere di fotografia il soggetto è già totalmente alieno alla nostra specie,proprio per questo spesso cerco di comporre osservando e cercando similitudini e parallelismi con il nostro quotidiano, atteggiamenti analoghi, azioni, scene a cui la parola potrebbe dare l’ultimo tassello portando l'inconsuetudine in un nuovo ordinario punto di vista.
A parte questa personalissima notazione percettiva, evitate composizioni troppo strette se non sono di dettaglio, ma senza disperdere il soggetto in chilometri e chilometri di verde natura, date spazio di fronte al soggetto(mai dietro) ma permettendo allo spettatore di ricostruire lui, nella sua fantasia, il paesaggio mancante.
Attenzione allo sfondo, cercate di usare diaframmi larghi(cioè numeri piccoli), una ridotta profondità di campo cancellerà le tracce antropiche, i pali della luce ed anche l’inserviente,  se avete optato per impratichirvi allo zoo, trasformando le vostre prove in uno stupendo reportage fotografico dalla savana.
Questo vale anche per gruppi di animali, cercate di sfruttare la tecnica dell’iperfocale, basatevi sull’ultimo della fila e focheggiando lui tirate dentro gli altri, uno fondale ben definito permetterà poi di leggere meglio la foto.
Attenzione allo sguardo, cercate di cogliere la sua attenzione, per quanto possa essere dolce un orso di schiena(posa in cui gli artigli non compaiono) sarà sicuramente più apprezzata una sua foto mentre vi fissa mostrandovi tutta la sua possenza fisica od al massimo posto perpendicolare alla macchina, così da imperare sull’inquadratura, attenzione però a non andare oltre, rischiereste di portarvi a casa un Pulitzer alla carriera…
Muovetevi, evitate di stare come un imboscato ad una festa, abbassatevi od arrampicatevi, anche per un fiera valgono le regole del sopra e del sotto, la fotocamera dovrebbe di norma essere all’altezza del suo sguardo, posta a dare rilievo all’animale, ciò darà l’impressione ai vostri spettatori di essere accanto a lui, nel bel mezzo della giungla.
Attenzione ai tempi, possibilmente rapidi, a volte un animale può essere più veloce di un bimbo e sicuramente meno incline a posare, cercate quindi di tenervi sempre su tempi da 1/125 in su.

Un ultima cosa, per chi avesse scelto invece la strada del bosco, ricordatevi che ogni animale che crede di non dover temere l’uomo è fottuto, quindi evitate di essere fieri di aver addomesticato questa o quella specie in meno di 9 ore in mezzo alla radura, ciò che fate ha sempre un prezzo.

Buona luce a tutti!

3 commenti:

  1. Già... come lo inquadro? Non è niente facile scattare qualcosa di nuovo con del abitudinario... Ma nemmeno con l'esotico, quindi complimenti!

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  2. ...e i sacchetti di plastica nello zaino! che fidarsi è bene, ma trovarsi la macchina annegata è un attimo...
    Parola!!!

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  3. Per ovviare alla macchina annegata, basta andare negli zoo! Li al massimo, ci puoi rovesciare sopra una bibita :D

    Anche se, dal punto di vista di ambiente, perde tantissimo (ma non tutti abbiamo i soldi per un safari!!)

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